Pagina:Tragedie, inni sacri e odi.djvu/519

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manzoni inedito 489

24 donna Teresa, fremente d’entusiasmo pei suoi concittadini. «O che Milanesi bravi, eroi!», diceva; «unici al mondo, superiori, cento volte, ai Parigini des 3 journeés! Popolo di eroi, degno dell’Italia romana! Ma noi..., ma il povero mio Alessandro... che ha Filippo nelle sue [sic] mani!». Non c’era tuttavia da temere, a giudizio della signora. Che soggiungeva: «Ma io credo però fermamente che non solo non gli vorranno offendere, ma che capiranno di doverli poi tenere il meglio possibile per il loro maggior interesse, avendo noi tanti dei loro!». Anche Alessandro era calmo. «Siamo nel mezzo della crisi, ma tranquilli», assicurava sotto un frettoloso bigliettino che la moglie dirigeva al suo Stefano, rimasto a Brusuglio. Sopraggiunta la reazione, essi s’erano rifugiati nella villa Stampa a Lesa, sulla sponda piemontese del Lago Maggiore. Ma ve li scovò l’imperial regia imposizione di pagare la così detta tassa di emigrazione, in 20.000 lire, con la minaccia, in caso d’inadempimento, del sequestro della casa in Milano. E fu allora che donna Teresa scrisse al suo procuratore la lettera dianzi accennata, dimostrando l’impossibilità in cui si trovava, per la malferma salute, d’intraprendere il viaggio di ritorno a Milano o peggio a Brusuglio, dove, «per l’incendio quasi generale, una quantità di contadini, co’ loro carri e bestiame, sono raccolti in casa». I fondi, soggiungeva, son già gravati d’ipoteche, un nuovo debito si dovrà faro per ricostruire la villa, «e il Manzoni si trova senza mezzi per pagare, e, bisogna dirla tutta, senza mezzi anche per andare avanti a fare la piccola nostra spesa di cucina e di casa, la quale, per ora, la viene fatta col mezzo d’una piccola somma presa a prestito da Stefano». Le cose s’accomodarono alla meglio, per l’intervento del Grossi, e con l’aiuto generoso del procuratore, devotissimo alla casa. Ma a buon conto donna Teresa, «malaticcia e bisbetica», come la definisce nelle sue Memorie la buona Vittorina Manzoni che ne fu vittima, volle per l’avvenire salvaguardar meglio la fortuna sua e del figliuolo; e pretese che il marito (glorioso sì, ma indebitato!) le rilasciasse, in iscritto, la seguente stranissima dichiarazione («e non è la sola!», av-