Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) I.djvu/182

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LE BACCANTI 113

Pentèo miseramente fra le rupi
sbranato giacque. Ed ora, con che lagrime
lo piangerò? Come potrò, me misera,
stringerlo al sen, toccarlo con le mani
che commiser lo scempio? A brani a brani
le membra che ho nutrite io bacerò!
Sulla tomba di Semele appare Dioniso.
dioniso
Di lacci egli m’avvinse, mi coprí
di contumelie; onde il morir fu poco
a quanto oprò. Né tacerò la sorte
che agli altri incombe.
Ad Agave.
                                   Tu con le sorelle
Tebe lasciar dovrete, e il fio pagare
del duro scempio a lui che avete ucciso;
né vedrete piú mai la patria vostra.
A Cadmo
In drago tu tramuterai tua forma;
ed Armonia, che a te, mortale, Marte
diede in isposa, sarà fatta serpe.
E fatto re di barbari, una coppia
guiderai di vitelli con tua moglie,
come dice l’oracolo di Giove;
distruggerai con infinito esercito
molte città: poi, quando il santuario
struggeranno d’Apollo, avranno un misero
ritorno; e te nel regno dei Beati