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IFIGENIA IN AULIDE 129


clitemnestra

La gentilezza tua per buon augurio
tengo, e le tue buone parole; e in cuore
nutro speranza che a felici nozze
abbia la sposa addotta. Ora, dal carro
prendete i doni che per dote io reco
della fanciulla, e cauti trasportateli
dentro la tenda. E tu, figlia, non muoverti
dal cocchio, a terra non posare il piede,
tenera e stanca quale or sei. Fanciulle,
or fra le vostre braccia ricevetela,
aiutatela a scendere. Ed a me
il fulcro della mano alcuno porga,
ch’io possa abbandonar senza disagio
del cocchio il seggio. E innanzi voi ponetevi
coi puledri aggiogati: ombroso è l'occhio,
se non lo calmi, dei puledri. E questo
d’Agamennone figlio anche prendete,
Oreste: ch’egli non favella ancora.
O figlio, dormi? T’ha sopito il trotto
del carro? Su, col buon augurio svegliati,
ché tua sorella si fa sposa. Nobile
essa, e lo sposo nobile sarà,
della Nerèide il figlio ai Numi simile.
Accanto a me scendi, figliuola, fatti,
Ifigenía, presso alla madre, ché
la mia felicità vedan queste ospiti.
E poi saluta il tuo padre diletto. —
Giunge Agamennone.

Agamennone re, mio grande orgoglio,
obbedïenti al cenno tuo venimmo.

Euripide - Tragedie, IV - 9