Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) IV.djvu/165

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Antistrofe

Cinte le chiome di verdi foglie,
stringendo in pugno tronchi di pino,
venne l’equestre stuol dei Centauri,
di Bacco ai calici colmi, al festino
dei Numi. Ed alte grida levarono:
«Figlio di Nèreo, Chiron, veridico
vate dei cantici febèi, pronostica
che un tuo figliuolo
sarà purissima luce pei Tèssali,
che coi Mirmídoni guerrieri, armati di scudo e lancia,
a saccheggiar di Priamo
giunge il celebre suolo,
cinto dell’armi d’oro
d’Efesto delle mani lavoro.
A lei la genitrice
ne farà dono, Tétide
ond’ebbe il vital gèrmine.
Celebreranno i Dèmoni,
quell’imenèo felice
del figliuol di Pelèo,
della marina figlia di Nerèo».

Epodo

A te la chioma ricciola bella
gli Achivi, o vergine, ghirlanderanno,
come a vitella
variopinta, che giunga intatta
dai suoi rocciosi montani spechi,
a te la tenera gola di sangue cospargeranno.
Né fra sampogne tu, né fra gli echi
di pastorali canti crescesti.