Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) IV.djvu/22

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GLI ERACLIDI 19


demofonte

Tante grida levar quindi era d’uopo?

coro

Tentò costui dall’ara il vecchio svellere,
provocò le sue grida, al suol piombato
lo prese, sí ch’io per la pietà piansi.

demofonte

La foggia ha del vestito ellèna e l’abito
costui, ma gli atti suoi sono di barbaro.
Or tuo dovere è senza indugio dirmi
dai confin di che terra a noi qui giungi.

copreo

Se tu brami saperlo, argivo io sono.
E da chi son mandato e perché vengo,
ora ti dico: qui mi manda il re
di Micene, Euristèo, ch’io riconduca
di qui costoro. E giunto son con molti
diritti, e d’atti e di parole, o re:
ch’io sono argivo, e far prigioni voglio
questi argivi fuggiaschi. Ebbe condanna
di morte, in patria, con le nostre leggi;
e giusto è pure che i processi contro
noi stessi, noi deliberiamo. Ad altri
altari molti già si rifugiarono,
e sempre quello ch’ora dico io dissi,
e niuno il mal su te volle attirare.