Pagina:Tragedie di Sofocle (Romagnoli) I.djvu/182

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652-675 FILOTTETE 155

dove ora abita. Il figlio di Laerte,
come ebbe udito ciò, promise subito
che quest’uomo agli Achei condotto avrebbe.
655Di buona voglia, esso credea piuttosto;
ma, se poi non volesse, a mal suo grado.
Ché, se fallito avesse, il capo offriva,
che lo mozzasse, a chi voleva. Tutto
udito hai, figlio. Or, la sollecitudine
660a te consiglio, a questo, a chi ti preme.
filottete
Misero me, colui, quella sentina
d’iniquità, giurò che ricondotto
di mio buon grado fra gli Achei m’avrebbe?
Tanto dall’Ade, dopo morto, a luce,
665tornar potrei, come suo padre Sísifo.
mercante
Affar mio non è questo. Al legno io torno.
V’accordi il Nume ogni miglior fortuna.
Esce.
filottete
Tracotanza non è, che speri Ulisse
di qui levarmi con sue blande ciance,
670alla sua nave ed agli Achei mostrarmi?
Meglio prestare orecchio all’infestissima
serpe vorrei che zoppo mi ridusse.
Ma parola non v’è, fatto non v’è
ch’egli non osi: ed or so ch’ei verrà.
675Figlio, partiam: ché mare assai ci sèpara