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182 SOFOCLE 1058-1090

pei patimenti miei. Ma, sebben d’animo
tristo non sia, sebbene non volesse,
1060il bieco animo tuo, che trama sempre
nel buio, bene lo scaltrí, ché sperto
nella tristizia fosse. E adesso, m’hai
legato, infame, e via condurmi pensi
da questa spiaggia in cui tu mi gittasti,
1065soletto, lungi dal civil consorzio,
cadavere fra i vivi. Ahimè, ahimè!
Ti colga morte! Quest’augurio tante
volte ti feci già; ma non m’accordano
nulla che grato a me riesca, i Numi.
1070E tu vivi e sei lieto; ed io mi cruccio
anche di ciò che, misero, fra tanti
travagli campo, e son per te, pei due
prenci figli d’Atrèo, di scherno oggetto,
a cui questo servigio rendi. Eppure,
1075con la forza e la frode10 t’aggiogarono
a navigar per essi; e me che, misero,
navigai di buon grado, e sette navi
in mare misi, senza onor lasciarono,
ché a lor tu dài la colpa, ed essi a te.
1080E adesso, dove m’adducete? A che
mi trascinate via? Per quale scopo?
Ché nulla io sono, io, mercé vostra, sono
morto da un pezzo. Oh sommo odio dei Numi,
ora per te non son piú zoppo e putido?
1085Come, se insiem con voi navigo, è lecito
far libagioni, ai Numi ardere vittime?
Ché, per abbandonarmi, tale fu
il tuo pretesto. A voi la mala morte!
Morte vi coglierà, se pure il giusto
1090amano i Numi; perché voi sopruso