Pagina:Tragedie di Sofocle (Romagnoli) II.djvu/16

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49-78 EDIPO RE 13

di tutti, or ti preghiamo: per noi trova
50qualche soccorso: o sia che ti favelli
l’oracolo d’un Nume, o che t’illumini
qualche mortale: poi che veggo a bene
riuscire, a chi sa, fin le sciagure,
grazie ai consigli. Or via, sommo fra gli uomini,
55rimetti in piedi Tebe! A lei provvedi!
Già per l’antico beneficio, questa
terra te chiama salvator: provvedi
tu, che del regno tuo fra noi non resti
questa memoria: che ci alzammo, e poi
60giú di nuovo piombammo: in piedi salda
Tebe rimetti: un’altra volta già,
con fausti augurî la fortuna a noi
rendesti: quale allor fosti, ora mostrati.
Ché, se tu reggi, come reggi, questa
65terra, meglio è con gli uomini, che vuota
governarla: ché nulla è torre o nave,
se deserta, se niuno è ch’entro v’abiti!
edipo
Miseri figli, a me la prece vostra
cose ben note, annunzia, e non ignote.
70Tutti, bene lo so, v’opprime il morbo,
tutti soffrite; ma nessun di voi
soffre al pari di me. La vostra doglia,
di ciascuno di voi, ricade solo
sopra lui stesso, e su niun altri. Ma
75l’animo mio me piange insieme, e te,
e la città. Sicché, non mi scoteste
dal sonno: io non dormivo; e molte lacrime
ho versate, sappiatelo, e pei tramiti