Pagina:Tragedie di Sofocle (Romagnoli) II.djvu/196

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EDIPO A COLONO 193

né sfuggir, della terra oltre i confini,
potranno ad essi, e grazie ai Numi renderne.
Guidaci, su! Tu tieni e sei tenuto,
cacci, e il destin te colse: riconoscilo.
1105Ciò che s’acquista con l’iniqua frode,
mal si compensa; e niuno avrai tuo complice.
Solo, bene lo so, né senza mezzi,
a tale eccesso qual’è il tuo, d’ardire,
tu non sei giunto; alcuno v’è, su cui
1110fidavi, quando tali atti compiesti.
E debbo io provveder: ché la città
piú debole di un sol non debbo io rendere.
Sei tu convinto? O le parole, inutili,
come allorquando il mal facesti, sembrano?
creonte
1115Nulla, finché son qui, merita biasimo
di ciò che dici a me. Ma quando in patria
sarò, ciò che far debbo anch’io saprò.
teseo
Minaccia, ma cammina. E tu, tranquillo
qui resta, Edipo; e sii pur certo, ch’io,
1120se pria non muoio, non desisto, avanti
che le figlie non rechi in tuo possesso.
edipo
Per la tua nobiltà, per l’equo provvido
senno ver’me, Teseo, sii benedetto!
Teseo esce con Creonte.

Sofocle - Tragedie, II - 13