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278 SOFOCLE 553-575

a me di sangue piú di quanti Giove
protegge sotto i miei tetti, all’orribile
555sorte sfuggire non potrà, né seco
la sua sorella: ché non men di questa
dell’averlo sepolto io quella incrimino.
Chiamatela: ché in casa or or la vidi,
che furiava, uscita era di senno.
560Or, chi nel buio trama infamie, l’anima
si lascia in frode innanzi tempo cogliere.
E chi, sorpreso nel delitto, vuole
con bei detti esaltarlo, io l’aborrisco.
antigone
Di piú vuoi far che prendermi ed uccidermi?
creonte
565Io no: tutto otterrò, se questo ottengo.
antigone
Che dunque indugi? Delle tue parole
niuna m’è grata, e mai non mi sarà
grata: anche a te, cosí, piacer non possono
le mie. Ma donde mai gloria piú fulgida
570acquistare potrei, che al mio fratello
dando sepolcro? E lode a me darebbero
tutti costoro, se terror le lingue
non rinserrasse: privilegi ha molti
la tirannide; e questo anche fra gli altri:
575che dire e far ciò ch’essa vuole può.