Pagina:Trattato de' governi.djvu/320

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le guerre, giudicavano però cosa ragionevole il dividere i beni ugualmente. Nasconci ancora i moti, quando un cittadino è in tali stati grande, e potente, e cerca di farsi ancora maggiore, per essere solo principe, come pare che in Sparta volesse fare Pausania, il quale nella guerra de’ Medî fu capitano degli eserciti, e Annone ancora in Cartagine.

E mancano assai le republiche, e gli stati degli ottimati per la inosservanza del giusto, che è in tali stati. E il principio di tutto questo male è, che ei non sono mescolati bene, io, dico, nella republica lo stato popolare, e quello dei pochi; e negli ottimati questi due stati, e di più la virtù, ma questi due sopra tutto. Io intendo per questi due il popolo, e i pochi, imperocchè e la republica, e molti degli stati ottimati cercano di mescolare bene questi due stati. E per questo sono differenti gli ottimati governi dalli chiamati republiche. E per questo alcuni sono più, e alcuni sono manco durabili, perchè e’ s’usa di chiamare ottimati quei che inclinano più allo stato dei pochi potenti; e republiche quei, che maggiormente inclinano il favore al popolo. Laonde tali stati vengono ad essere più sicuri degli altri, perchè il più è di maggior virtù, e più s’ama quello stato, dove li più hanno il pari. Imperocchè se alli cittadini ricchi lo stato ancora dà loro l’eccellenza ei cercano di far villania, e avere più degli altri.

Finalmente a quella parte, che inclina lo stato il favore, in quella parte si muta il governo, ciascuna parte volendo accrescere il suo proprio, com’è dire la republica si muta nel popolo, e lo stato degli ottimati in quel dei pochi. Ovvero si fanno le mutazioni nello opposito, cioè lo stato delli ottimati nello stato popolare, perchè li cittadini più poveri, come quei, che sono ingiuriati, tirano alla parte contraria. E le republiche si mutano in stati di pochi potenti.