Pagina:Trattato di archeologia (Gentile).djvu/269

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Architettura. 211

in Roma nei primissimi tempi, mentre in Grecia dicesi introdotto nell’uso da Democrito filosofo e matematico in età relativamente tarda, cioè circa il 420 a. C.). L’arco e la vôlta sono elementi fondamentali dell’architettura romana; per essi si ottenne lo sviluppo delle grandi proporzioni negate dalle leggi statiche e per limitazione di materiali alla disposizione orizzontale degli edifici greci. Con l’arco e con la sua combinazione a formare la vôlta, specialmente nelle costruzioni di mattoni, ottenevasi facilmente la solida congiunzione di opposti lati di vasti edificî, piloni o muri, che in nessuna altra guisa avrebbero potuto esser uniti; e quindi compivasi la conseguente riunione di parti d’edificio in un gigantesco complesso. Per questi fondamentali elementi si poterono coprire, senza bisogno di troppi sostegni mediani, vasti spazî murati, dove nessuna copertura a sistema piano avrebbe potuto bastare. In questa guisa gli spazi vuoti poterono acquistare una maggiore ampiezza, aumentando d’assai il comodo uso degli edifizî; di qui nell’arte romana uno sviluppo dell’architettura interna, quale la Grecia non aveva conosciuto. Aggiungi ancora che le serie degli archi, variate con le linee verticali e orizzontali d’altre membrature architettoniche, producevano anche un bell’effetto estetico, cosicchè si produssero nuove forme di edifizî della vita romana, quali i grandi acquedotti, i monumenti onorari e trionfali, e le terme.

6. La derivazione delle acque; acquedotti, terme, fontane. — Roma difettava d’acqua potabile; le prime cure dell’ingegno costruttivo romano si volsero a provvedere la città di copiose e buone acque. L’arduo problema fu con tal sapienza risolto che Roma divenne ed è ancora la città più ricca d’acque salubri, divise per le pubbliche e private fontane,