Pagina:Trento con il sacro concilio et altri notabili.djvu/304

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che questi saliti d’improviso la Rocca, e superatala, calano co’l favor della notte giù nella Valle dove, uccise le Guardie sorprendono il Calliano e lo saccheggiano.

[Travaglio de’ Trentini, e loro animo.] A questa nuova in Trento destossi una tale smania, e consternatione, che, come fosse hormai presa la Città, non s’udivano, che gemiti, e gridori; tutti cercano salvarsi nel Tempio all’omhra di S. Vigilio, di cui s’invocava publicamente con lagrime il Patrocinio. Ma poi animati li Trentini da Tedeschi, e questi, e quelli, dato il segno di Tromba, pigliano l’Armi, e spronati dall’ira corrono verso il Calliano, per ivi sorprendere li Predatori; quali però sù l’aviso s’erano già ritirati, à riserva d’alcuni de’ più avidi, che vi rimasero.

[Vescovo Giorgio, e sue rimostranze a Soldati] Ciò fatto, il Vescovo Giorgio, che sorintendeva d’ordine Cesareo à questa Guerra, benche in effetto havesse anzi da riprender’ i Capi di scioperata temerità in essersi fidati troppo, e lasciato il Campo in abbandono: ad ogni modo non vedendo, esser proprio l’inasprirli, così destramente lor rimostrò: La mancata fede de’ Nemici haver fatto nascere un tal disordine.. Doversi da ciò rendere più cauti l’esperienza. Non essere da confidar tutto nella sola Virtù.. Per più vie andar hoggigiorno alla Vittoria.. Doversi vincere; ne l’inganno essere da biasmarsi in Guerra, pur che si vinca. Chi guereggia, non dover mai esser’ incauto, ò codardo. Troppo grande esser’il commun periglio, e presentaneo. Haver contro Cesare cospirato Italiani, Francesi, e Spagnoli; doversi perciò tener fisso nell’animo, che l’Imperatore non attende