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Ci si arriva da mezzodì salendo per la vallea dell’Adige, e, oltrepassate Ala e Rovereto, piccole ma brillanti città, dopo un nojoso camminare tra muri troppo alti che cingono e sottraggono alla vista belle campagne, si fa l’entrata pel borgo di Santa Croce e per la Porta Veronese.

Dal lago Benaco, ora di Garda, e dalle valli di Giudicarie e di Sarche, uscendo ad occidente per la stretta che dicesi Buco di VelloFonte/commento: Pagina:Trento sue vicinanze 1836.djvu/167, si arriva all’Adige su la sua destra, dove, passato il ponte di San Lorenzo, si è introdotto in città per Porta Bresciana.

I Tedeschi, che dalle loro settentrionali vallate calano in giù, come pure gli abitanti di Fieme e Cembra, che sono al nordeste, e quelli della Naunia, o Valle di Non, che giacciono a nordoveste, entrano in Trento per la Porta di San Martino, la quale è pur detta Porta di Germania, perchè n’escono coloro che passar vogliono in quella regione. Anticamente appellavasi questa porta di Santa Marta per l’Ospitale e ’l Priorato di tal nome, ch’era nel fabbricato ove ora si lavorano vetri e stoviglie. N’era fondatore un certo Videto, di cui fassi menzione in documenti del 1191 e 1197, nel qual tempo esisteva già la chiesa di San Martino.