Pagina:Trionfo e Danza della Morte.djvu/70

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Il corpo. Lasso! so bene che non son più nelle mie grandi corti quadrate, ma sibbene fra quattro tavole colle mani bendate, non parate di rose o di timo, ma fetide del mio fetore.

L’anima. I castelli, i palazzi, le case che valgono? appena il tuo tumulo corre sette piedi; per te mi toccano le sedi infernali; ora mai non puoi più offendere nè Dio, nè il prossimo.

Qui il corpo da buon diplomatico discute ed ammette la prima parte; della seconda non parla. Segue l’anima a domandar dove sono i poderi acquistati, le torri e i palazzi costrutti, le collane e gli anelli, i tesori ammassati, i letti di grande pompa, le robe di vario colore appese alle pareti, i vini e le vettovaglie d’ottimo sapore, il vasellame d’argento: Ciò che per diverse vie hai congregato, per violenza, per frode, per usura, per severità, con lungo affanno, in lungo tempo, tutto rapì la forza d’un solo momento.

Quæ diu quæ vario congregasti more
Vi fraude fœenore dolo vel rigore
Per longa tempora cura magno dolore
Hæc a te rapuit vix (vis) unius horæ.

Il corpo ammette facilmente che tutto se n’è ito.

J’ai assez amassez avoir eri maintes guises
Tout mort my hors tolu honors et marchandises
Et mort ci mis tout nuz vestu d’une chamise
Bien ai mon temps perdu quand telle poigne y ay mise

Ho ammassato molti averi in molti modi; tutto morte adesso mi tolse, onori e beni; e morte mi ha qui gittato tutto nudo, coperto d’una sola camicia; ben perdetti il mio tempo quando tanta fatica vi consecrai.

Segue l’anima a rinfacciargli i beni perduti, e l’uccellare, e il cacciare, e il corteo d’amici. Rotto è, gli dice, il vincolo d’ogni amore e già le lagrime della vedova sono asciugate.

Avea toccato l’anima un tasto de’ più dilicati. Ma il corpo divenuto filosofo risponde:

Mai femme my enfans my parant my amis
Por quoy seront dolans por quoy vanront ilz ci?