Pagina:Troya, Carlo – Del veltro allegorico di Dante e altri saggi storici, 1932 – BEIC 1955469.djvu/229

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riamente nell’editto, e che ciascun longobardo fosse costretto ad imparar la lingua de’ vinti; senza di che niuno tra’ barbari sarebbe stato capace di comprender quell’editto, al quale nondimeno tutti consentivano. E però a poco a poco si vedea sorgere, in grazia dell’idioma latino una patria, comune a’ romani ed a’ barbari: Roma, sebbene osteggiata da’ longobardi, era il centro di tal nuova patria, tutta intellettuale, che incivilir dovea e che incivili veramente di poi la Germania di Tacito ed il resto d’Europa. Rotari, mentre riempiva di stragi la Liguria nell’atto di promulgare l’editto, per questo medesimo atto del promulgarlo, piegava il capo, senza saperlo e senza volerlo, all’arcana legge delia Provvidenza, che agl’intelletti cristiani promise la vittoria sugli errori dell’idolatria e sulle tenebre della barbarie. Che piú? A malgrado di ogni rigore dell’editto per mettersi nel luogo d’ogni altro dritto spettante a’ sudditi di Rotari, le romane leggi, lui vivo, s’andavano insinuando fra’longobardi: le compere, le vendite, l’enfiteusi ed i contratti d’ogni sorta secondo le discipline romane piacevano e giovavano a’ barbari; Parti della guerra e della pace miglioravansi; prosperavano e s’ingrandivano i commerci. Poi venne la cattolica fede ad illuminare i cuori barbarici; gli ariani dottori si tacquero; gl’idolatri fra’ longobardi e bulgari convertironsi; le cittadinanze incorporate nella longobarda s’adagiarono meglio in quella giacitura politica, stata si dolorosa in principio: e Liutprando, s’è giá detto, con la legge degli scribi permise a’ longobardi, l’uso pubblico del romano dritto, nei contratti dinanzi a’ notari. Cosi le due porzioni disgregate della nostra penisola si trovarono ricongiunte per l’unitá cattolica e pel predominio della lingua latina, fino a che il guidrigildo non peri finalmente sotto i colpi e gli scherni dell’intelletto romano. Stupendi effetti furono questi; maravigliosi corsi e ricorsi delle nazioni, a far conoscere i quali, ne’ loro piú minuti elementi costitutivi, aspira il Codice diplomatico longobardo. Troppo fin qui si stette in sulle generalitá: troppo si prestò fede ad alcune formole preconcette d’essersi da’ barbari (ponendo il