Pagina:Troya, Carlo – Del veltro allegorico di Dante e altri saggi storici, 1932 – BEIC 1955469.djvu/241

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Le cose che ho sin qui dette nella presente lettera, e me ne protesto, non voglio averle dette che dall’anno 728 fino a tutto il regno dei Carolini in Italia, cioè all’888. Poi avvennero altre cose: il papa perdé l’Esarcato, e tutto si rimutò. Stiamo fermi all’VIII ed al IX secolo.

Ma si passi ad un altro punto: cioè alla conferma Ludoviciana dell’817, fatta da Ludovico I imperatore a Pasquale I papa; quella stessa che voi chiamate dubbia col Muratori e col Pagi. Niun paese nuovo sul continente si concede in quella alla Chiesa romana; e però in questo non può esser falsa la Ludoviciana, quando si è dimostrata la veritá delle precedenti donazioni o dei primi trattati, per meglio spiegarsi. Ma il Muratori, ( Annali, anno 817), propone tre argomenti contro la veritá della Ludoviciana, della quale a me importa pochissimo: e sará forse falsa, ma non per gli argomenti del Muratori. Eccoli: 1. Ludovico dona o conferma tutta la Sicilia: la quale nell’817 era dei greci, amici di esso Ludovico in allora. Or si supponga che la stampa non si fosse inventata giammai, e che però di qui a mille anni gli storici e gli antiquari di quella futura etá fossero costretti, come oggi siam noi, d’andar frugando la nostra istoria in qualche nostra vecchia carta, in qualche libro di conti, ovvero di conventi. Si supponga che alle mani di alcuno fra quei futuri antiquari venisse l’atto solenne e certamente autentico, mercé il quale Napoleone concede a suo fratello Giuseppe l’una e l’altra Sicilia. Quanti libri, quante dissertazioni non si scriverebbero, quante ingiurie non si direbbero a quel povero antiquario, che in vecchio codice trovò l’atto anzidetto? Il chiamerebbero servile, il chiamerebbero napoleonista, il chiamerebbero assurdo: leggi, istromenti di notari, monete antiche, piú vecchie croniche dimostrerebbero che la Sicilia fu sempre di Ferdinando e non di Giuseppe. Pur l’atto è vero, e Napoleone, sperando di conquistar la Sicilia che non conquistò, ne fece dono intero ed irrevocabile a suo fratello. Qual meraviglia che Carlomagno nel 781, anche Ludovico Pio nell’817 con la stessa speranza avessero fatta la stessa donazione? In Sicilia erano gli antichissimi e piú vasti