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Lettera seconda

... Ma qui bisogna distinguere le cose, e torvi dalla mente una credenza non vera. Voi supponete nelle vostre lettere che io volessi dimostrare di essere il papa stato signor di Roma o principe fin dal 728? No, mio caro Repetti: né ho detto ciò, né potevo dirlo: e mi sono male spiegato se qualche parola della mia lettera ha potuto indurvi a tale credenza. I pontefici dal 728 all’800 furono i capi, non i principi di Roma: e questa, toltasi ai greci nel 728, fu repubblica indipendente col suo senato e coi suoi propri magistrati: ecco perché Gibbon diceva che i papi dell’VIII secolo rifondarono la libertá di Roma. Ciò che Gibbon diceva per sola forza di buonsenso, io il proverò coi documenti da me trovati in buon numero su questa veritá. E il far la storia della repubblica romana dell’VIII secolo, la prima delle repubbliche del medioevo, mi sembra opera italiana: della quale i papi non so se mi sapranno grado. E rigetteranno le lodi e di Gibbon e mie su tal proposito. I papi dell’VIII secolo, dal 728 all’800, ben possono paragonarsi a Cosimo il vecchio: l’autoritá somma del quale non operava si che Firenze non fosse repubblica. Ma i papi di quel secolo, oltre l’essere i primi ed i piú ricchi cittadini di Roma e del ducato, si come Cosimo fu di Firenze, erano pontefici universali, e sovrani assoluti del vicino Esarcato. Con questa parola di sovrani assoluti non intendo io dire che fossero come gli attuali: nel secolo VIII i principi non dicevano, come poi disse Luigi XIV io sono lo stato, io sono la nazione: ma Pipino facevasi eleggere dai francesi nel campo di marzo, e Carlomagno istesso nel suo testamento dell’811 divideva i suoi regni fra quei nipoti che i francesi avessero voluto eleggere in propri re. Con la parola dunque di sovrano assoluto nell’Esarcato, ed or aggiungo nelle poche cittá della