Pagina:Troya, Carlo – Del veltro allegorico di Dante e altri saggi storici, 1932 – BEIC 1955469.djvu/360

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chi dovesse essere il veltro fra i contemporanei di Dante. Riteneva estraneo all’argomento proprio il considerare perché Dante avesse detto che il veltro «misterioso uomo o genio» sarebbe nato fra Feltro e Feltro; ma notava che Dante non poteva sperarlo né dalla Sicilia né dal reame di Napoli né da Roma, mentre la fascia d’Italia «che dall’Appennino medio all’Alpe orientale cerchia l’Adriatico è sempre luogo di scena della Divina Commedia». E finiva dando, di Uguccione e di Cangrande insieme, questo giudizio: «Erano pigmei, che parvero avere qualche statura, solo perché prostrato era l’universale, e quel che è piú, perché non v’era alcun gigante». Lo stesso Troya in una lettera alla d’Altemps del 7 luglio 1832, da noi pure pubblicata in questo volume, ci dice come fosse proposito del Liberatore rispondere alle osservazioni dei redattori de\V Antologia, quando fosse stato dal Troya fornito dei necessari documenti; avrebbe risposto con un articolo sul Progresso intitolato: «Alcuni documenti sul veltro». Ma la risposta veniva invece data dall’autore stesso del Veltro con ampio articolo intitolato: Del veltro allegorico dei ghibellini, sul periodico napoletano, senza nome d’autore(b. Dice il Troya, nel principio dello scritto, di prefiggersi quale scopo particolare non quello di investigare quale fosse il veltro particolare del poeta, ma il veltro sperato «dall’universalitá de’ghibellini quando nel 1308 si pubblicava l’ Inferno». Il Troya, al Tommaseo che stimava colui che piú s’era tenuto nei limiti dell’arte storica, risponde piú ampiamente che agli altri, cercando di dimostrargli come Uguccione, uomo non volgare ma de’ Carpigni feltri, e anche se d’umili condizioni, capace d’innalzarsi per meriti propri, abbia avuto meno colpe di quelle che egli gli ha rimproverato, o agendo, come nel caso degli aiuti ad Azzo d’Este, d’accordo cogli altri ghibellini, o seguendo una politica comunque conforme alla fazione a cui era a capo(b. (1) Venne poi ripubblicato dal Troya, ampliato con nuovi capitoli e nuovi documenti, nel 1855 come appendice al codice diplomatico longobardo, e l’anno seguente fu ristampato in Napoli dalla stamperia Del Vaglio. (2) Il Troya elenca le colpe rimproverate dal Tommaseo ad Uguccione, e ad esse, citando documenti e cronache, risponde cosi: Uguccione si strinse in lega con Azzo d’Este, ma al parlamento d’Argenta v’era, cogli altri capi de’ghibellini, anche Galasso di Montefeltro; fu cacciato da Gubbio e da Cesena dal cardinale d’Acquasparta che riuscí a riformare a parte guelfa le principali cittá di Romagna; ha costretto Dino Compagni e gli altri bianchi ricoveratisi ad Arezzo ad abbandonare