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Pagina:Turco - Canzone senza parole.djvu/164

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— In un modo strano forse... sono dei fanciulli perduti in un bosco selvaggio che rappresenta l’umana vita...

Subito mi pentii d’aver detto questo e compresi d’essere stato crudele, ma ella non mostrò d’aver capito e rispose soltanto:

— Bada di non divagare troppo..

Poi subito soggiunse:

— Hai qualche speranza di guadagno?

— Fin qui non ho pensato che allo studio.

— Tuttavia, se t’affidassi ai negozianti...

— È vero, potrei fare degli acquerelli a cinquanta lire e delle copie di quadri celebri... oh certamente potrei, ma se mi ci mettessi, sono sicuro che il pennello mi cadrebbe dalle dita. Preferisco vestirmi male e mangiare peggio, piuttosto che prostituire la mia arte ad uno scopo d’interesse... vi sono delle cose sacre, mamma.

— Sei fiero, — riprese ella sorridendo, — ma colla fierezza si fa poca strada... e allora, dimmi, questo piccolo viaggio a Venezia, t’avrà costato un grande sacrifizio?

— Oh mamma, mamma, un sacrifizio dopo che l’ho tanto desiderato!

Ella parve commossa, mi strinse a sè con una certa effusione e io le abbandonai la testa ardente in seno fra le trine fragranti e i gioielli, ma quell’abbraccio, tanto sospirato, mi dava adesso un senso di arcano dolore.

Continuando a seguire il corso dei suoi pensieri, ella disse: