Vai al contenuto

Pagina:Turco - Canzone senza parole.djvu/348

Da Wikisource.

— 340 —


templazione di tante umane sofferenze, e il confronto colle mie; m’hanno giovato sovrattutto le sue saggie parole, dottore.. e ho avuto bisogno di ricordarmele sa, nei mesi scorsi... — soggiunse ella piano, mentre la marchesa s’era fermata a salutare una persona di sua conoscenza. - E stata una fiera battaglia per me, quest’inverno, quand’egli venne a Firenze, all’epoca del carnevale, — riprese la fanciulla non senza una certa esitanza. — Si figuri che ha tentato di smuovermi. Io ho resistito sempre, ma vi furono dei momenti gravi. Ora dicono che stia corteggiando una signorina dell’aristocrazia. napoletana e che abbia intenzione di sposarla. Intanto quella disgraziata ha perduto il suo bambino e non si dà pace...

— Ella l’ha riveduta, Manuela!...

— Sì... una volta, quando il piccino morì... — mormorò la fanciulla, arrossendo. — Forse le narrerò un altro giorno di questo... Ma Dio mio, quanto ho lottato! gli assalti nervosi non sono ancora cessati del tutto, in gennaio ebbi una tosse spasmodica resistente a qualunque sforzo... ma ho finito per vincerla. Ora sono contenta, ho conquistato qualche cosa entro di me. Ell’aveva ragione, Rose, l’impero sovra sè stessi è il migliore possesso al quale si debba aspirare. Esso ci dà la nobile libertà dello spirito: la peggiore dipendenza è quella che ci lega alle nostre debolezze.

Questo luogo mi piace, non mi sento più un’estranea qui tutto mi è divenuto familiare — ella soggiunse con amabilità.