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12 | la fanciulla straniera |
nali e la sua gioia crebbe di mano in mano coll’incalzare del
dramma. Era un rapimento.
— Vedi — diss’ella una volta a Decio — Wagner ci trasporta fuori di noi stessi, in regioni superiori. Questa musica profondamente umana, questo strazio di terreno dolore a cui tutto l’essere nostro corrisponde ci fa rientrare nella nostra piccola individualità e sembra ricercarvi qualche cosa di latente, di occulto che vi giaccia.
— È vero, è una dolce sofferenza, come quella che danno tutte le alte cose dello spirito — rispose il giovane a cui pareva di non essere mai stato così sensibile alla musica.
— Ma dimmi, non ti muovi? non hai delle visite da fare? — ripigliò Anna.
— Ti pare, Aennchen! — mormorò egli — ti ho dedicato con tanto piacere questa serata!
Miss Sutton si credette in obbligo di fornire nuovi schiarimenti sulle persone illustri che si trovavano in teatro e mentre de’ Rosas si scostava per parlare con un amico, ella disse piano:
— Signor Decio va spesso nel palco della marchesa d’Origo... vede, a destra, in seconda fila, quella signora bruna con una signorina dai capelli rossi? sono madre e figlia, ma sembrano sorelle. Io ho dato lezione due anni a miss Simonetta. Un angelo! quest’inverno si parlava molto di matrimonio.
— Con mio cugino?
— Oh sì! bellissimo matrimonio!
Il giovane ricomparve con delle rose.
— Come sei gentile! quale fragranza! — esclamò la fanciulla dividendo i fiori con miss Sutton e puntandosi due pallide Marie Van Houtte sul seno che un poco ansava.
Quando cominciò il terz’atto il suo entusiasmo le parve commisto d’un senso d’ambascia.
— E bello, ma terribile. Tu pure ti commuovi, Decio?
— Sì, Aennchen. Mi sembra ancor più toccante del solito.
Essi ascoltarono insieme fino all’ultimo la musica dolorosa, associati da una strana comunanza di percezioni, da un sottile e arguto spirito di critica.
— Ho veduto una volta una povera tisica finire così — balbettò Anna, dopo la morte mirabile di Violetta — anche quella era stata abbandonata...
— Una signorina?
— Ah no, Decio! una peccatrice che l’amore poteva redimere...