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capitolo settimo. | 125 |
su le zampine di dietro, guardava la padrona, facendo un atto col muso come per dire:
— O che si sente?
— Mamma! mamma! guarda Dodò ch’è venuto a farti una visita — esclamò piano ilbambino.
La contessa voltò la testa, vide Dodò e sorrise languidamente.
— Vieni, Dodò, vieni, — diss’ella, facendo cenno al topo; che s’avvicinò, si lasciò carezzare e diede a dietro pianino, per lasciar riposare la padrona.
Ma di lì a poco, ecco un altro topo sul letto: è Moschino. Corre, s’arrampica sul guanciale dove la contessa posava la testa, pone le manine sul mento della malata, e comincia a baciarla e ribaciarla su la bocca ardente di febbre.
— Grazie, grazie, Moschino bello, — diceva la signora che, quantunque si sentisse molto