Pagina:Una sfida al Polo.djvu/132

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126 capitolo x.


L’ex-baleniere invece di rispondere tese un braccio verso la costa di ponente, dicendo:

— Li vedete?

— Chi? — domandarono ad una voce il canadese e lo studente.

— Tutti quei punti neri che si dirigono verso la balena.

— È vero, — disse Gastone. — Che cosa possono essere?

— Potrei ingannarmi, tuttavia scommetterei il mio vecchio rampone contro una carica di tabacco che quelli sono kayak esquimesi.

Guardate, escono appunto dalla piccola cala dove poco fa voi avete osservate delle colonne di fumo.

— Che corrano all’attacco del gigante dei mari? — chiese lo studente.

— Certo, signore. Sono fortune che toccano di rado a quei poveri diavoli sempre in lotta colla fame.

Che scorpacciate di lardo che faranno se riusciranno a catturarla!... E che bevute d’olio!...

— Con quei piccoli canotti di pelle di foca o di morsa oserebbero tanto? — domandò il canadese.

— Vedrete all’opera quegli audacissimi pescatori. Sono in buon numero: una cinquantina per lo meno.

Ah!... Godremo una caccia emozionantissima. Che peccato non aver qui il mio rampone e.... —

Dik si era bruscamente interrotto, mentre un urlo spaventevole aveva lacerata l’aria: l’urlo della balena.

— Si è arenata!... — esclamò quasi subito lo chaffeur. — Che festa per gli esquimesi!... —

La sua voce si perdette fra i clamori assordanti che uscivano dalla gola del gigante dei mari.

— Sì, sì, si è arenata!... — gridarono a loro volta il canadese e lo studente.