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8 | capitolo i. |
— Non si sa ancora, perchè pare che un perverso destino perseguiti ostinatamente i due campioni.
Si sono sfidati alla spada e si sono feriti reciprocamente; si sono sfidati a cavallo e sono caduti entrambi nel salto agli ostacoli; hanno fatto una corsa in canotto-automobile e le loro macchine sono scoppiate in alto mare, e non si sa per quale miracolo si sono salvati....
— Ed ora?
— Si sfidano a pugni.
— Dite, gentleman?
— Che noi assisteremo ora ad una magnifica partita alla boxe. Chi vincerà avrà la mano ed il cuore di miss Ellen, poichè lo ha solennemente giurato.
— E sono venuti qui a misurarsi?
— Giovanotto mio, questo affare ha prodotto un gran chiasso al di là del S. Lorenzo e la polizia si è messa di mezzo per impedire che quei due valorosi finiscano per accopparsi del tutto e perciò siamo passati sul territorio canadese.
La boxe è tollerata dagli inglesi.
— Uhm!...
— Non lo credete? Se si accoppano a gran colpi di pugno nel vostro paese.
— Sì, una volta; ora non più. —
L’americano si grattò la testa e fece un moto di stizza.
— Che anche i policemen inglesi si vogliano occupare di questo affare? — disse poi. — Ciò mi dispiacerebbe perchè io ho scommesso cento dollari....
— Sul vostro compatriotta?
— No, sul canadese.
— Eh!...
— Gli affari sono affari, giovanotto, ed io ho più fiducia nel signor di Montcalm che in Will Torpon.