Pagina:Una sfida al Polo.djvu/176

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170 capitolo xiii.


Che si sia lasciato portar via ancora addormentato? Che cosa dite voi, Walter?

— Che quei bricconi hanno finito di gridare e che si preparano ad agire.

— Chi?

— Gli esquimesi.

— Ah!... Diavolo!... Bisognerà proprio fucilarli per calmare i loro umori bellicosi.

— Signor Gastone, lasciate a me la cura di difendere l’automobile; voi incaricatevi del carrozzone.

Se il pericolo stringerà vi raggiungerò.

— Rimarrete esposto al tiro delle freccie.

— Ah no, signore!... Mi rannicchierò dietro lo scudo e vedremo se i dardi di quei mangiatori di lardo mi raggiungeranno.

Presto: eccoli!... —

Dalle capanne gli esquimesi uscivano in gran numero, gridando e gesticolando, e si erano subito incolonnati dirigendosi verso il treno.

Il canadese fu lesto a riguadagnare il carrozzone, mentre lo studente si inginocchiava dietro lo scudo di metallo foderato di grossa stoffa, mettendosi dinanzi la rivoltella ed impugnando il mauser.

Vedendo che la banda continuava ad avanzarsi, mandò il primo grido.

— Chi vive!... Alt!... —

Un sibilo acuto fu la risposta ed una freccia si piantò nella capote di cuoio, mezzo metro sopra la testa dello studente.

— Ah!... Birbanti!... — esclamò questi. — Pare che vogliano darci battaglia!... E sia!... Dik se la caverà come potrà, giacchè è stato così stupido da farsi prendere.

— Alt o faccio fuoco!... — gridò poi, con voce tuonante.

Altre tre o quattro freccie attraversarono l’aria sibilando si-