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Pagina:Vasari - Le vite de' piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 3-2, 1568.djvu/197

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quella fabrica dovesse reggersi in piedi per la debolezza delle spalle che avea: le quali poi furono in guisa da Michele fortificate, che non si ha più di che temere. Nel medesimo convento fece il disegno e fondò un bellissimo campanile di pietre lavorate, parte vive e parte di tufo, che fu assai bene da lui tirato inanzi, et oggi si seguita dal detto Bernardino suo nipote, che lo va conducendo a fine. Essendosi monsignor Luigi Lippomani, vescovo di Verona, risoluto di condurre a fine il campanile della sua chiesa, stato cominciato cento anni inanzi, ne fece fare un disegno a Michele, il quale lo fece bellissimo, avendo considerazione a conservare il vecchio et alla spesa che il vescovo vi potea fare, ma un certo Messer Domenico Porzio romano, suo vicario, persona poco intendente del fabricare, ancor che per altro uomo da bene, lasciatosi imbarcare da uno che ne sapea poco, gli diede cura di tirare inanzi quella fabrica. Onde colui murandola di pietre di monte non lavorate e facendo nella grossezza delle mura le scale, le fece di maniera, che ogni persona anco mediocremente intendente d’architettura indovinò quello che poi successe, cioè che quella fabrica non istarebbe in piedi. E fra gl’altri il molto reverendo fra’ Marco de’ Medici veronese, che oltre alli altri suoi studii più gravi, si è dilettato sempre, come ancor fa, della architettura, predisse quello che di cotal fabrica avverrebbe, ma gli fu risposto: "Fra’ Marco vale assai nella professione delle sue lettere di filosofia e teologia, essendo lettor publico, ma nell’architettura non pesca in modo a fondo, che se gli possa credere". Finalmente arrivato quel campanile al piano delle campane, s’aperse in quattro parti di maniera, che dopo avere speso molte migliaia di scudi in farlo, bisognò dare trecento scudi a’ smuratori che lo gettassono a terra, acciò cadendo da per sé, come in pochi giorni arebbe fatto, non rovinasse all’intorno ogni cosa. E così sta bene che avvenga a chi, lasciando i maestri buoni et eccellenti, s’impaccia con ciabattoni. Essendo poi il detto monsignor Luigi stato eletto vescovo di Bergamo et in suo luogo vescovo di Verona monsignor Agostino Lippomano, questi fece rifare a Michele il modello del detto campanile e cominciarlo; e dopo lui, secondo il medesimo, ha fatto seguitare quell’opera, che oggi camina assai lentamente, monsignor Girolamo Trivisani, frate di San Domenico, il quale nel Vescovado sucedette all’ultimo Lippomano. Il quale modello è bellissimo e le scale vengono in modo accomodate dentro, che la fabrica resta stabile e gagliardissima. Fece Michele ai signori conti della Torre veronesi una bellissima cappella a uso di tempio tondo con l’altare in mezzo, nella lor villa di Fumane. E nella chiesa del Santo in Padoa fu con suo ordine fabricata una sepoltura bellissima per Messer Alessandro Contarini procuratore di San Marco e stato proveditore dell’armata viniziana; nella quale sepoltura pare che Michele volesse mostrare in che maniera si deono fare simil opere, uscendo d’un certo modo ordinario, che a suo giudizio ha più tosto dell’altare e cappella che di sepolcro. Questa dico, che è molto ricca per ornamenti e di composizione soda et ha proprio del militare, ha per ornamento una Tetis e due prigioni di mano di Alessandro Vittoria, che sono tenute buone figure, et una testa o vero ritratto di naturale del detto signore, col petto armato, stata fatta di marmo dal Danese da Carrara. Vi sono oltre ciò altri ornamenti assai