Pagina:Vasari - Le vite de’ piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 1-2, 1568.djvu/229

Da Wikisource.

VITA DI GIOTTO 133

(versione diplomatica)


(versione critica)


i avere detto in questo luogo, rimettendo il resto al detto Franco et altri. Finalmente, perchè restò memoria di Giotto non pure nell’opere che uscirono delle sue mani, ma in quelle ancora che uscirono di mano degli scrittori di que’ tempi, essendo egli stato quello che ritrovò il vero modo di dipignere, stato perduto inanzi a lui molti anni, onde per publico decreto, e per opera et affezzione particolare del Magnifico Lorenzo vecchio de’ Medici, ammirate le virtù di tanto uomo, fu posta in S. Maria del Fiore l’effigie sua scolpita di marmo da Benedetto da Maiano scultore eccellente, con gl’infrascritti versi fatti dal divino uomo messer Angelo Poliziano, acciò che quelli che venissero eccellenti in qualsivoglia professione, potessero sperare d’avere a conseguire da altri di queste memorie, che meritò e conseguì Giotto dalla bontà sua largamente:

Ille ego sum, per quem pictura extinta revixit, cui quam recta manus, tam fuit et facilis. Naturae deerat nostrae quod defuit arti: plus licuit nulli pingere, nec melius. Miraris turrim egregiam sacro aere sonantem? Haee quoque de modulo crevit ad astra meo. Denique sum Jottus, quid opus fuit illa referre? Hoc nomen longi carminis instar erit.

E perchè possino coloro che verranno vedere dei disegni di man propria di Giotto, e da quelli conoscere maggiormente l’eccellenza di tanto uomo, nel nostro già detto libro ne sono alcuni maravigliosi, stati da me ritrovati con non minore diligenza che fatica e spesa.

FINE DELLA VITA DI GIOTTO