Pagina:Vasari - Le vite de’ piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 3-1, 1568.djvu/299

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accompagnata da molti Angeli mentre è assunta in cielo, e gl’Apostoli in diverse maniere et attitudini guardano in su, i quali Apostoli sono figure il doppio più che il naturale. E tutte queste pitture furono fatte dal Moro col disegno di Giulio Romano, come volle il vescovo Giovan Matteo Giberti, che fece far quest’opera, e fu come si detto amicissimo del detto Giulio. Appresso dipinse il Moro la facciata della casa de’ Manuelli, fondata sopra la spalla del ponte nuovo, e la facciata di Torello Saraina dottore, il quale fece il sopra detto libro dell’antichità di Verona. Nel Friuli dipinse similmente a fresco la capella maggiore della badia di Rosazzo per lo vescovo Giovan Matteo, che l’aveva in comenda e riedificò, come signor da bene e veramente relligioso, essendo stata empiamente lasciata, come le più si ritrovano essere, in rovina da chi avanti a lui l’aveva tenuta in comenda et atteso a trarne l’entrate senza spendere un picciolo in servigio di Dio e della chiesa. A olio poi dipinse il Moro in Verona e Vinezia molte cose; et in Santa Maria in Organo fece, nella facciata prima, le figure che vi sono a fresco, eccetto l’Angelo Michele e l’Angiolo Raffaello, che sono di mano di Paulo Cavazzuola, et a olio fece la tavola della detta capella, dove nella figura d’un San Iacopo ritrasse Messer Iacopo Fontani che la fece fare, oltre la Nostra Donna et altre bellissime figure; e sopra la detta tavola, in un semicirculo grande quanto il foro della capella, fece la Trasfigurazione del Signore e gl’Apostoli a basso, che furono tenute delle migliori figure che mai facesse. In Santa Eufemia alla capella de’ Bombardieri fece in una tavola Santa Barbara in aria, e nel mezzo e da basso un Santo Antonio che la mano alla barba, che è una bellissima testa, e dall’altro lato un San Rocco similmente tenuto bonissima figura, onde meritamente è tenuta quest’opera per lavorata con estrema diligenza et unione di colori. Nella Madonna della Scala all’altare della santificazione fece un San Bastiano in un quadro a concorrenza di Paulo Cavazzuola, che in un altro fece un San Rocco, e dopo fece una tavola, che fu portata a Bagolino, terra nelle montagne di Brescia. Fece il Moro molti ritratti, e nel vero le sue teste sono belle a maraviglia, e molto somigliano coloro per cui son fatte. In Verona ritrasse il conte Francesco San Bonifazio detto, per la grandezza del corpo, il conte Lungo, et uno de’ Franchi, che fu una testa stupenda. Ritrasse anco Messer Girolamo Verità, ma perché il Moro era anzi lungo nelle sue cose che no, questo si rimase imperfetto. Ma nondimeno così imperfetto è appresso i figliuoli di quel buon signore. Ritrasse anco, oltre molti altri, monsignor de’ Martini viniziano, cavalier di Rodi, et al medesimo vendé una testa maravigliosa per bellezza e bontà, la quale aveva fatta molti anni prima per ritratto d’un gentiluomo viniziano, figliuolo d’uno allora capitano in Verona. La quale testa, per avarizia di colui che mai non la pagò, si rimase in mano del Moro, che n’accomodò detto monsignor Martini, il quale fece quello del viniziano mutare in abito di pecoraio o pastore, la quale testa, che è così rara, come qual si voglia uscita da altro artefice, è oggi in casa gl’eredi di detto monsignore tenuta, e meritamente, in somma venerazione. Ritrasse in Vinezia Messer Alessandro Contarino, procuratore di S. Marco e provveditore dell’armata; e Messer Michele San Michele per un suo carissimo amico, che portò quel ritratto ad Orvieto; et un altro, si dice, che ne fece