Pagina:Vasari - Le vite de’ piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 3-1, 1568.djvu/47

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la rugiada dell’acqua sopra, sì che ella pareva più viva che la vivezza. Ad Antonio Segni, suo amicissimo, fece in su un foglio un Nettuno condotto così di disegno con tanta diligenzia, che e’ pareva del tutto vivo. Vedevasi il mare turbato et il carro suo tirato da’ cavalli marini con le fantasime, l’orche, et i noti et alcune teste di dèi marini, bellissime. Il quale disegno fu donato da Fabio suo figliuolo a Messer Giovanni Gaddi, con questo epigramma:

Pinxit Virgilius Neptunum, pinxit Homerus dum maris undisoni per vada flectit equos. Mente quidem vates illum conspexit uterque Vincius ast oculis, iureque vincit eos.

Vennegli fantasia di dipignere in un quadro a olio una testa d’una Medusa con una acconciatura in capo con uno agrupamento di serpe la più strana e stravagante invenzione che si possa immaginare mai; ma come opera, che portava tempo, e come quasi interviene in tutte le cose sue, rimase imperfetta. Questa è fra le cose eccellenti nel palazzo del duca Cosimo insieme con una testa d’uno Angelo che alza un braccio in aria, che scorta dalla spalla al gomito venendo inanzi, e l’altro ne va al petto con una mano. È cosa mirabile, che quello ingegno, che avendo desiderio di dare sommo rilievo alle cose che egli faceva, andava tanto con l’ombre scure a trovare i fondi de’ più scuri, che cercava neri che ombrassino e fussino più scuri degl’altri neri per fare del chiaro, mediante quegli, fussi più lucido; et infine riusciva questo modo tanto tinto, che non vi rimanendo chiaro avevon più forma di cose fatte per contrafare una notte, che una finezza del lume del dì: ma tutto era per cercare di dare maggiore rilievo, di trovar il fine e la perfezzione dell’arte. Piacevagli tanto quando egli vedeva certe teste bizzarre, o con barbe o con capegli degli uomini naturali, che arebbe seguitato uno, che gli fussi piaciuto, un giorno intero e se lo metteva talmente nella idea, che poi arrivato a casa lo disegnava come se l’avesse avuto presente. Di questa sorte se ne vede molte teste e di femine e di maschi, e n’ho io disegnato parechie di sua mano con la penna, nel nostro libro de’ disegni tante volte citato, come fu quella di Amerigo Vespucci, ch’è una testa di vecchio bellissima disegnata di carbone e parimenti quella di Scaramuccia, capitano de’ Zingani, che poi ebbe Messer Donato Valdanbrini d’Arezzo canonico di S. Lorenzo lassatagli dal Giambullari. Cominciò una tavola della adorazione da Magi, che v’è su molte cose belle massime di teste. La quale era in casa d’Amerigo Benci dirimpetto alla loggia dei Peruzzi, la quale anche ella rimase imperfetta come l’altre cose sua. Avvenne che morto Giovan Galeazzo duca di Milano e creato Lodovico Sforza nel grado medesimo l’anno 1494, fu condotto a Milano con gran riputazione Lionardo al Duca, il quale molto si dilettava del suono de la lira, perché sonasse: e Lionardo portò quello strumento, ch’egli aveva di sua mano fabricato d’argento gran parte in forma d’un teschio di cavallo, cosa bizzarra e nuova, acciò ché l’armonia fosse con maggior tuba e più sonora di voce, laonde superò tutti i musici, che quivi erano concorsi a sonare. Oltra ciò fu il migliore dicitore di rime a l’improviso del tempo suo. Sentendo il Duca i ragionamenti tanto mirabili di Lionardo, talmente s’innamorò de le sue virtù, che era cosa incredibile. E pregatolo, gli fece fare in pittura una tavola d’altare, dentrovi una Natività