Pagina:Vasco - Della moneta, 1788.djvu/54

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l’uscita. È vero, che il cambio passivo, come fu osservato da valenti Scrittori, non può durare lungamente in una Nazione, ma si deve rimettere in bilancia. Ciò però in due guise succede, o perchè la Nazione passiva accresce la copia delle sue produzioni da mandare agli stranieri, o perchè si diminuisce, si spopola, e cade in un vero languore e deperimento. Ora stante la proibizione di estrarre denaro egli è ben più facile che si rimetta la bilancia del commercio per la seconda via, che per la prima, mentre tutte le leggi che imbarazzano il commercio, e che conservano il cambio svantaggioso, non sono atte giammai a rinvigorire l’industria, e tendono manifestamente alla miseria ed alla rovina della Nazione1.

Ho supposto che fosse vietata indifferentemente l’estrazione del danaro, il che veramente non è molto in uso, costumandosi solamente di proibire


l’uscita
  1. Fu già avvertito dal Locke, che dove è vietata l’estrazione del danaro, se il commercio sia passivo si fonderanno le monete per pagare il debito cogli stranieri in argento massiccio, che non si potrebbe senza delitto pagar in denaro. Quindi vedesi chiaramente che o la legge che vieta l’estrazion del danaro sarà inutile, ove sia impunemente violata, ovvero promoverà la fusione delle monete, e per conseguenza aggraverà le spese della Zecca per la rifabbricazione delle medesime, come si vedrà in appresso; e sarà pur anche in questo caso vana ed inutile, facendosi egualmente la diminuzione della moneta nazionale, comunque esca dallo stato coniata o fusa.