Pagina:Venezia – Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato, Vol. III, Parte I, 1916 – BEIC 1905987.djvu/202

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in tal parte la sua forza, tenga impedito il re; anzi il principe, ragionando un giorno meco, e dimandandomi se io credevo che venisse fuori quest’anno l’armata turchesca, e rispondendo io che si ragionava di gran preparazione, mi disse che si faceva per li suoi Stati che l’armata venisse fuori, perché i corsari andavano con l’armata e non infestavano li suoi mari e le sue riviere. La qual cosa, se ben mi dava segno manifesto della poca prudenza del principe, però mi scoperse assai largamente il suo desiderio e tutti li suoi respetti, per i quali tutti si può concludere che il duca non stia ben con Spagna. Col duca di Savoia non s’intende bene, perché è invidiata da quel duca grandemente la sua grandezza e la sua ricchezza, non potendo patire che un gentiluomo privato sia in cosí poco tempo venuto in tanta considerazione, che di lui sia tenuto maggior conto appresso i principi che della antiquitá e nobiltá, per la quale suole il duca di Savoia reputarsi uguale ai re. E, con tutto che sia il duca di Fiorenza conosciuto da lui per principe grande, mostra nondimeno di tener poco conto di lui : però, in questa occasion di nozze, non ha mandato alcuno in nome suo a rallegrarsi. Con Ferrara sa molto bene la Serenitá Vostra e le Signorie Vostre eccellentissime che la cosa della precedenza ha esasperato grandemente l’animo di ognuno di loro; ma Ferrara si tien grandemente offeso, perché conosce che ogni travaglio, che gli ha dato il papa in materia de’ sali ed altro, è stato con partecipazione e consiglio del duca di Fiorenza. Però sará cosa molto difficile e quasi impossibile che tra questi vi sia mai buona intelligenza. È ben vero che questo parentado nuovo fará che s’abbino maggior rispetto l’un all’altro; e mi disse il principe un giorno, ragionando delle sue galee, cioè che adesso il duca di Ferrara gli mandava dal suo Stato quelli che condannava alla galea, soliti giá mandarsi in questa cittá. La qual cosa credo abbia continuata a far il duca di Ferrara per raddolcire l’animo del duca di Fiorenza e per non lo aver contrario nelle difficoltá che aveva col pontefice passato ; ma non giá che non conservi il medesimo odio contra di lui, congionto