Pagina:Venezia – Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato, Vol. III, Parte I, 1916 – BEIC 1905987.djvu/55

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quale non mori, ma fu condutto in sacrestia; ed il cardinale se conferme all’altare. Ed essendo levato il populo a rumore, con diilícultá se salvò l’arcivescovo Salvimi con alcuni clic l’nvea condotto in Palazzo; cd essendo il populo in favor de’ Medici, fu preso cd insieme con dui lacobi, Salvimi e lacobo de messer l’odio, furono al Palazzo appiccati, e gli uomini, a questo condotti, lurono gettati giú del Palazzo. Messer lacobo de’ Pazzi, avendo tentato il Palazzo e non li riuscendo, se ne fuggi con altri eie’ Pazzi. Francesco de’ Pazzi fu preso ed appiccato al Palazzo, e Guglielmo de’ Pazzi, cognato di Lorenzo, con il favore di madama Bianca sua consorte, sorella di Lorenzo, se liberò. Messer lacobo de’ Pazzi cavalier c Renato de’ Paz7-i, presi dapoi in villa c condotti a Fiorenza, furono appiccati. Questo caso segui a di 26 aprile 1478 Dapoi la morte di Iuliano, nacque lidio suo figliuolo, clic ora c papa Clemente VII, e se dice a di 6 maggio 147S. Dopo ’1 qual caso Lorenzo acquistò maggior autoritá che mai l’avesse, e mediante il pericolo scórso li fu concesso di poter condur seco in compagnia 30 staffieri con le arme, e dapoi ebbe il guberno de Fiorenza piú assoluto che prima, e mori del 1494. l’anno 44 della sua ctade. Dopo la morte sua successe Pietro, suo figliuolo, nel Stato; il quale poi, alla venuta di Carlo re di Francia, del 1494, Iti cacciato di Fiorenza. Ed allora fu fatto parlamento c forono eletti 30 di Balia, i quali fecero il Consiglio grande, ch’ora è, con il consiglio anco de fra ieronimo Savonarola ferrarese, predicator egregio e di massima autoritá in Fiorenza. Del 1497 Lorenzo Tornabuoni, Nicolò avo del Cardinal Ridolfi, Iannuaccio Pucchi, fratello del reverendissimo Santi Quattro, con un altro d-l Nero, accusati de intelligenzia con Medici, furono decapitati. Del .’498 fra Ieronimo Savonarola fu accusato de haeresi per aver detto che Cavea revelazione; e poi, avendo uno della suoi compagni, in elle reazione con un frate delti minoti, contentato di coniprobare quanto avea detto fra Ieronimo con andare nel fuoco, al quale contento il frate minore di andarvi ancor lui, e preparato il fuoco, avendo richiesto fra Ieronimo di volere andare, ma con il corpo di Cristo, se sollevò il populo. Relazioni (irgli ambasciatori veneti al Senato - in. 4