Pagina:Venezia – Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato, Vol. III, Parte II, 1916 – BEIC 1906568.djvu/160

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È stato questo principe stimato di molto valor e virtú e di gran prudenza, nia in maniera accompagnato da buona fortuna, che questa ha avuto gran parte in tutte le felicitá e prosperitá sue. Perché non solo, fatto cardinale in giovenil etá (per la poca o nessuna speranza che doveva a lui restare, essendo quarto fratello del 1 i sette figliuoli maschi, ch’aveva il granduca Cosmo, suo padre, che gli potesse toccar la successione nel 1 i Stati), ebbe sempre gran stima e riputazione nella corte di Roma, essendo stato dal re cattolico onorato col titolo di «protettore di Spagna» a quella corte; ma, essendo morti gli altri fratelli maggiori, e poi anco il granduca Francesco improvvisamente e senza Jegitima posteritá, entrò egli con tanta felicitá alla successione delli Stati, ch’egli ha governati e comandati perii corso di ventuno anno senz’alcun considerabile travaglio ed in continua pace e tranquillitá, con aver assieme in gran maniera accresciuto e l’erario e le rendite e l’entrate ogni anno, avendo a questo atteso particolarmente esso principe con ogni studio, mettendo le mani in cadaun negozio e traffico e di biade e d’ogli e di sete e di pannine e di cadauna altra cosa: con poca sodisfazione. in questo particolare, e di cittadini e di sudditi, che vedevano per gli appalti dello stesso principe conservarsi ad alto prezzo tutte le cose ed esser levata loro in gran parte l’occasione delli soliti traffichi e negozi, sopra quali, piú che sopra altre entrate (che, per la strettezza del paese, non possono cavare se non tenui sopra angusti e ristretti terreni), cavavano altre volte grossissimi utili e guadagni. Era principe d’alti pensieri é molto fisso in aggrandire e di titoli e di Stati la sua casa. E per questo, per cominciar con li parentati, diede la nepote per moglie al presente re di Francia - per accrescere con questo appoggio tanto maggiormente la sua riputazione appresso il mondo, e perché, trovandosi anco aver egli per moglie la principessa, figliuola del giá duca di Lorena, sorella del presente, avesse in tutte le fortune sue interessata quella cristianissima corona e li principi con essa uniti e di- pendenti. Con il qual fine teneva anco grande amicizia ed in- telligenza con li signori svizzeri, tenendo provvisionati e presentati