Pagina:Verga - Eva, Treves, 1873.djvu/186

Da Wikisource.

— 186 —

fantasmi che voi altri avete creato a furia di paroloni! Che m’importa del vero e del falso!... ho tempo di perderci la testa io?... E neanche voi altri ce l’avete... voi che v’isterilite il cuore mentre la giovinezza fugge come un lampo! Tu, vedi, sei giovane, sano e forte... tu mi guardi forse con maggior sorpresa che compassione, e domandi a te stesso come mai sia possibile che la vitalità che senti in te rigogliosa e robusta possa giungere a tanta miseria di deperimento... Eppure, tu lo vedi! Tutta cotesta robustezza, tutta cotesta forza... un soffio... e se ne vanno! e l’uomo... l’uomo che sente dentro di sè ancora intatto tutto questo inesplicabile mistero di desiderii, di speranze, di gioie e di dolori, che la malattia non ha nè indebolito, nè ucciso, l’uomo che lo sente più forte e tumultuoso quanto più infiacchiscono le sue forze, domanderà a sè stesso, come te, cosa sia dunque questa vita, e questa incognita che chiamano cuore!... Chi lo può dire?... Nessuno. E se nessuno lo sa, chi può dargli torto o ragione?

Tacque anelante, rifinito, come un uomo che