Pagina:Verga - Eva.djvu/138

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Avevo bisogno di vederla, di vedere i suoi occhi chiusi, di vederla dormire e di sognare ancora le dolci notti d’abbandono e d’amore. Avevo bisogno di schiudere le sue cortine, e di vedere il sorriso incerto di quelle labbra vermiglie, ancora tiepide dal respiro notturno, e quegli occhi ancora socchiusi che cercavano i miei. Entrai nella sua camera in punta di piedi, ma trovai ch’era già alzata, e che leggeva una lettera, accanto al caminetto.

Vedendomi entrare all’improvviso si scosse bruscamente, come sorpresa, e fece un movimento istintivo e impercettibile, quasi per nascondere la lettera che stava leggendo. Non fu che un lampo, ma bastò al mio occhio acutamente sospettoso. Si alzò, venne a gettami le braccia al collo, e mi disse con effusione:

— Ah! bravo! Mi hai fatto un gran bene!