Pagina:Verga - Novelle, 1887.djvu/130

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anch’io, dopo averla guardata tre o quattro volte durante la sera, fossi diventato qualche cosa per lei, il cuore mi batteva e sentivo che doveva battere anche a lei; sembravami che entrambi bevessimo qualche cosa l’uno negli occhi dell’altro; assaporavo il suo sorriso assai prima che le sue labbra si schiudessero: ella mi sorrise infatti — un getto di buonumore e di simpatia che diceva: “So che ti piaccio, e anche tu mi piaci!„ La parola più affettuosa, la lingua più dolce del mondo, non avrebbero potuto riprodurre l’eloquenza di quel sorriso; il pensatore più eminente, o l’uomo di mondo più sperimentato, non avrebbe potuto analizzare quel sentimento che irrompeva improvviso in un’occhiata, fra due persone che s’incontravano in mezzo alla folla, come due viaggiatori che partono per opposte direzioni, s’incontrano in una stazione, l’una accanto ad uomo che amava forse ancora, l’altro che avea visto