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164 le storie

penetrabili come l’abisso che contemplavano. Gli altri della brigata erano sparsi qua e là per la spianata ingombra di sassi e di rovi, ciarlando, ridendo, motteggiando; il mare andavasi facendo di un azzurro livido, increspato lievemente, e seminato di fiocchi di spuma. Il sole tramontava dietro un mucchio di nuvole fantastiche, e l’ombra del castello si allungava melanconica e gigantesca sugli scogli.

— Era qui? domandò ad un tratto la signora Matilde, levando bruscamente il capo.

— Proprio qui.

Ella volse attorno uno sguardo lungo e pensieroso. Poscia domandò con uno scoppio di risa vive, motteggiatrici:

— Come lo sa?

— Ricostruisca coll’immaginazione le vôlte di queste arcate, alte, oscure, in cui luccicano gli avanzi delle dorature, quel camino immenso, affumicato, sormontato da quello stemma geloso che non si macchiava