Pagina:Verga - Novelle, 1887.djvu/49

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nedda 39

dere sul tettuccio del casolare i loro fiori bianchi e rosei che imbalsamavano l’aria; una passera, petulante e sospettosa nel tempo istesso, schiamazzava sulla gronda, e minacciava a suo modo Janu, che aveva tutta l’aria, col suo viso sospetto, di insidiare al suo nido, del quale spuntavano tra le tegole alcuni fili di paglia indiscreti. La campana della chiesuola chiamava a messa.

— Come fa piacere a sentire la nostra campana! esclamò Janu.

— Io ho riconosciuto la tua voce stanotte, disse Nedda facendosi rossa e zappando con un coccio la terra della pentola che conteneva i suoi fiori.

Egli si volse in là, ed accese la pipa, come deve fare un uomo.

— Addio, vado a messa! disse bruscamente la Nedda, tirandosi indietro dopo un lungo silenzio.

— Prendi, ti ho portato codesto dalla