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vagabondaggio. 9


— Qua, zio Mommu! C’è compare Cosimo che gli è successo un accidente. —

Lo zio Mommu stava a guardare, al barlume che faceva la lanterna di compare Carmine, tutto intirizzito e battendo le palpebre, con quel naso a becco di jettatore. Poi sollevarono il lettighiere al modo che diceva lo zio Carmine, uno sotto le ascelle e l’altro pei piedi.

— Cristo! come vi pesano le ossa, compare Cosimo! — sbuffava l’oste, per fargli animo con una barzelletta. E lo zio Mommu, mingherlino, barellava davvero come un ubbriaco, sotto quel peso.

— Ah, che vigilia di Natale mi ha mandato Domeneddio! — tornava a dire compare Cosimo, steso alfine nello strapunto come un morto.

— Non ci pensate, compare Cosimo, che ora la Gagliana vi guarisce in un batter d’occhio. Bisogna andare a chiamarla, compare Mommu, nel tempo stesso che andate a Lentini per vendere la vostra roba. —