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il maestro dei ragazzi. 87

Egli la bollava con parole di fuoco, voleva offrirle, dea implacabile, l’olocausto del suo sangue, dei suoi sensi, del suo amore immensurabile, lì ai piedi dell’altare istesso, su quel tappeto di Persia, dinanzi a quel letto immacolato. E all’occhiata trionfante che faceva punto, l’autore vide con gioia crudele la sua ascoltatrice che piangeva cheta cheta, colla mano dinanzi agli occhi.

Ei le prese quella mano, e se la tenne sulle labbra a lungo per godere del suo trionfo.

— Perdonatemi! — mormorò poscia.

Ella scosse il capo dolcemente, e rispose con un filo di voce:

— No. Sono tanto felice! —

La luna dal finestrino baciava la parete dirimpetto, tacita. Al silenzio improvviso il maestro si destò.


Angelo Monaco prese a frequentare la casa del maestro, attratto dalla simpatia che vi tro-