Pagina:Verne - Il giro del mondo in ottanta giorni, Milano, Treves, 1873.djvu/198

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do un mandato d’arresto. Tutto quanto feci fu per questo. Io lanciai contro di lui i sacerdoti di Bombay, io vi ubbriacai a Hong-Kong, io vi separai dal vostro padrone, io lo feci mancare alla partenza del piroscafo di Yokohama....»

Gambalesta ascoltava coi pugni stretti.

«Adesso, ripigliò Fix, il signor Fogg sembra tornare in Inghilterra? Sta bene. Lo seguirò fin là. Ma d’ora innanzi, io metterò ad allontanare gli ostacoli del suo cammino tanta cura e tanto zelo quanto ne posi fin qui ad accumularveli. Lo vedete! il mio giuoco è cambiato, ed è cambiato perchè il mio interesse lo impone. Aggiungo che il vostro interesse è pari al mio, perchè in Inghilterra soltanto voi saprete se siete al servizio di un delinquente o di un onest’uomo!»

Gambalesta aveva ascoltato attentissimamente Fix, e fu convinto che Fix parlava in assoluta buona fede.

«Siamo amici? domandò Fix.

— Amici, no, rispose Gambalesta. Alleati, sì, e con le debite riserve, poichè, alla minima apparenza di tradimento, io vi torco il collo.

— Accettato, disse tranquillamente l’ispettore di polizia.

Undici giorni dopo, il 3 dicembre, il General Grant entrava nella baia della Porta d’Oro, e approdava a San Francisco.

Il signor Fogg non aveva ancora nè perduto nè guadagnato un sol giorno.