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Pagina:Verne - L'isola misteriosa, Tomo II, Milano, Guigoni, 1890.pdf/149

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Ayrton soltanto, rimasto nel suo cantuccio, non si era unito ai coloni; forse egli, l’antico deportato, se ne sentiva tuttavia indegno.

Cyrus Smith comprese quanto accadeva nell’animo di lui, e movendogli direttamente incontro, gli domandò:

— E voi che farete?

— Il mio dovere, rispose Ayrton.

Poi andò a collocarsi presso alla finestra, e spinse gli sguardi attraverso il fogliame.

Erano allora le sette e mezzo. Il sole era scomparso da venti minuti circa dietro il Palazzo di Granito, e perciò l’orizzonte all’est si oscurava sempre più. Il brik continuava ad avanzarsi verso la baja dell’Unione. Non ne distava allora più di otto miglia e si trovava in faccia all’altipiano di Lunga Vista, per che dopo aver virato all’altezza del capo Artiglio, era stato spinto nel nord dalla marea crescente. Si può anzi dire che a quella distanza esso fosse già entrato nella vasta baja, poichè una linea retta tirata dal capo Artiglio al capo Mandibola gli sarebbe passata all’ovest sull’anca di tribordo.

Il brik sarebbe esso entrato nella baja? Tale fu il primo quesito. Entrato nella baja, vi getterebbe l’áncora? Era questo il secondo. Non si accontenterebbe di osservare la costa e di prendere il largo, senza sbarcare il proprio equipaggio? Lo si saprebbe fra un’ora. I coloni non avevano dunque a far altro che aspettare.

Non senza una certa ansietà Cyrus Smith aveva visto il bastimento sospetto inalberare la bandiera nera. Non era forse una minaccia diretta contro l’opera che i suoi compagni e lui avevano finora compiuta così bene? I pirati (non si poteva dubitare che i marinaj del brik non fossero tali) avevano già abitato quell’isola, poichè approdando avevano issato i loro colori; vi avevano forse fatto qualche sbarco prece-