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capitolo i. 75

immersa nella tristezza, non pensava che al padre. Dopo le parole di Aubert Thun, la malattia di mastro Zaccaria aveva preso agli occhi suoi proporzioni fantastiche e le pareva che quella cara esistenza, divenuta puramente meccanica, si movesse a fatica sui logori perni.

D’improvviso l’imposta della finestra, spinta impetuosamente dalla raffica, urtò contro le vetrate. Geranda diè un sussulto e si levò di botto senza comprendere la cagione di quel rumore che la toglieva al suo torpore. Come la commozione fu calmata, aprì la finestra. Le nuvole si erano squarciate, ed una pioggia dirotta crepitava sui tetti circostanti. La giovinetta si chinò di fuori per afferrare l’imposta ballottata dal vento, ma ebbe paura. Le parve che la pioggia ed il fiume, confondendo le loro acque tumultuose, sommergessero la fragile abitazione, i cui panconi scricchiolavano da tutte le parti. Volle fuggire la sua camera, ma vide sotto di lei il riflesso d’una luce che doveva venire dal ridotto di mastro Zaccaria, ed in una di quelle calme momentanee durante le quali tacciono gli elementi, il suo orecchio fu percosso da suoni lamentevoli. Essa tentò di richiudere la finestra, ma non vi potè riuscire; il vento la respinse con violenza come un malfattore che si introduce in un’abitazione. Geranda credette di impazzire pel terrore. Che faceva dunque il padre suo? Aprì la porta che le sfuggì di mano e battè rumorosamente sotto l’impeto della tempesta. Geranda si trovò allora nella sala da pranzo oscura, riuscì tentoni a giungere alla scalinata che metteva nell’officina di mastro Zaccaria e vi si lasciò scivolare pallida e morente.

Il vecchio orologiaio era ritto in mezzo alla camera invasa dal muggito del fiume. I capelli irti gli davano un sinistro aspetto. Parlava, gesticolava senza vedere, senza intendere! Geranda rimase sulla soglia.

«È la morte, diceva mastro Zaccaria con voce sorda! È la morte!... che cosa mi rimane da vivere ora che ho disperso la mia esistenza nel mondo? Perchè io, mastro Zaccaria, sono pure il creatore di tutti questi orologi che ho fabbricato! Gli