Pagina:Verri - Le avventure di Saffo e la Faoniade, Parigi, Molini, 1790.djvu/38

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pensare, perchè declinando dalla tua navigazione mi hai qui condotta. Così dicendo lo tirò in disparte dietro alcuni cespuglj, e gli pose nelle mani un piccolo vaso di trasparente e lucido alabastro, aggiungendo tali parole: Accetta questo unguento prezioso, e se quanto hai già veduto ti basta perchè presti fede alle mie promesse, giunto che tu sia alla patria, con esso ammollirai il viso e tutte le membra, ed avverrà che tu sia soddisfatto di avermi creduto. Con queste parole consegnò a lui il vaso, ed egli prendendolo con maraviglia; Dimmi almeno, soggiunse, qual Dea tu sei, ond’io possa vantarmi d’esser tuo nocchiero. Io sono, disse quella, la delizia e l’angoscia de’ mortali, la fonte più dolce insieme e più amara; son misti di lagrime i miei sorrisi, e sono infine la madre del più debole, e più terribil Nume che abiti l’Olimpo. Faone, esclamò, oh veramente incomprensibile linguaggio celeste, i di cui arcani nè so penetrare, nè mi è permesso.