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mercio, perchè dovunque vi è concorrenza non vi possono essere monopolisti. L’interesse di ogni Cittadino veglia sopra le usurpazioni di ogni Cittadino, e tanti a gara si affollano a partecipare dell’utile, che resta sempre diviso questo sul numero maggiore possibile; da che ne viene, che quei grandiosi ammassi, i quali si vedono nei paesi vincolati, sono fisicamente impossibili a farsi ne’ paesi liberi. Se dunque uscirà la merce dal paese libero, uscirà in molte e replicate partite, uscirà per gradi; e a misura che le ricerche si accresceranno, anderassi il prezzo alzando, perchè niente di clandestino può ivi succedere, dove l’attività dell’uomo abbia lo stimolo dell’utile a invigilare sulle usurpazioni altrui. Ne’ mercati apertamente si faranno i contratti, e così s’alzerà di tanto il prezzo interno della merce, che all’estero non converrà più di comprarla, e la natura delle cose da se medesima avrà interdetta l’uscita al primo accostarsi del superfluo. In fatti l’estero dovrà sempre pagare la nostra merce quello che la paghiam noi, più il trasporto e il tributo all’uscita; la sfera delle relazioni d’ogni Stato co’ finitimi è circoscritta, e ciascuno


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