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tori bisogna lasciarli crescere indistintamente, e nei principj di libertà indeffinita, che sono quelli dell’Autore, e nei principj di una libertà disciplinata, che sembra l’unica effettiva libertà, di cui sia suscettibile il genere umano. Se le azioni morali sono, secondo la voce comune dei Filosofi, che in ciò convengono come in un gran numero di cose cogl’ignoranti, necessariamente limitabili dalle Leggi, che sottraggono necessariamente una porzione di libertà, o per dir meglio di potenza d’agire agli uomini, per conservare, anzi per realizzarne il restante; io non veggo perchè ciò non debba verificarsi anche nelle azioni economiche; ma anzi queste lasciarsi in preda all’anarchia, ed alla fortuita combinazione delle circostanze. Non sono sì le une, come le altre originate dall’Interesse che dirige le azioni degli uomini. Ma torno a ripeterlo, queste sono riflessioni troppo generali, intorno alle quali si può disputare indefinitamente, appunto perchè tali essendo contengono una troppo volubile varietà di aspetti. Per accertare queste teorie è necessario realizzarle, e per così dire suddividerle nelle reali, e date circostanze, nelle quali si trovano verificabili.



§.XII.