Pagina:Viaggio Da Milano Ai Tre Laghi.djvu/155

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Naviglio Grande. 139

non può cangiar alveo, e tal imbrigliatura per cui nè troppo s’abbassi e lasci a secco il canale, nè troppo sollevato sia e interrompa la navigazione verso Pavia e’l mare, a cui s’avvia men rapido: poichè dalla Casa della Camera all’imboccatura del Ticino in Po, tre miglia sotto Pavia, la discesa è di braccia 155 (circa 284 piedi), e di là al mare, quantunque lunghissimo sia il tratto, non ve n’ha che 1051.

Nel succennato secolo xii le acque del Naviglio non furono condotte che ad Abbiategrasso, daddove spandeansi poi sulle campagne pavesi. Dopo la metà del secolo xiii se ne continuò l’alveo sino a Milano, e quindi si cominciò a navigare. Non contenti i Milanesi d’aver condotta l’acqua del Ticino presso la città, vollero che le barche navigassero per la fossa che la circondava (nel luogo stesso ove dopo tre secoli si fece correre, e corre tuttavia il Naviglio picciolo), e l’ottennero medianti le conche, delle quali si fa menzione nelle carte del 1555: onde non sen può attribuire l’invenzione a Leonardo da Vinci (siccome da molti s’è scritto), il quale non fu chiamato a Milano se non molto dopo tale epoca.

Alla Casa della Camera s’entra nel Naviglio; il che si fa colle debite precauzioni,

  1. V. Pini Elev de’ monti della Lombardia. Opusc. Scelti, Tom. IV. pag. 289.