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152 Deserto, Porto.

la iscrizione di C. Virio Vero e con elegantissimo fregio in bianco marmo, la quale starebbe meglio in più sicuro luogo1. Grosso borgo popolato e ricco è Vigiù, non tanto per la coltivazione quanto pe’ lavori in mar-

  1. L’epigrafe, che il Grutero pone a Senaco, il Muratori a Milano e il Donati a Cremona, dice così:
    vivus . fecit . caius . virivs . vervs . (ex tribu) ovffentina . (domo) mediolano . vi . vir . ivnior . pontifex . et . decvrio . item . manibvs . filiorum . svorum . caio . virio . verano . et . viriae . cai . filiae . verae . qvi . vixervnt . annos . qvinus . demos .
    Chi dilettasi delle patrie memorie vedrà con piacere qui ricordata una delle più illustri ed antiche famiglie della provincia. Caio Virio Vero cittadino romano fu Magistrato municipale, indi Pontefice, poi Decurione, ciò che vuol dir Senatore, e ascritto al grado, all’ordine amplissimo, nobilissimo, santissimo, come diceasi, del Municipio o della Colonia. In esso non ammetteansi che le persone per cento mila nummi di censo, o per ampio commercio, o per arti belle o per sommi meriti più ragguardevoli. Viria Vera sua figlia, che qui vediam morta col fratello Verano di quindici anni, è forse la stessa che in marmo di Monza appare sposa di Caio Giulio Primigenio, il quale volle anch’egli onorarla nel proprio epitaffio. Potremmo accennare Caio Virio Birrone quartumviro in Milano, Caio Virio Terenziano Seviro in Como, Caio Virio Sabino veterano e custode anch’esso in Como dell’armeria della xiv legione Marcia Vittrice, e Viria Marcella e Viria Candida ed altri; ma ciò basta, ci pare, per ravvisar l’importanza del marmo accennato (Nota tratta dell’esemplare postillato dal sig. dott. Gio. Labus).