Pagina:Viaggio in Dalmazia.djvu/19

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DI ZARA. 5

picelli triturati, ond’egli è composto. Sull’umile Isoletta d’Ulbo io ò raccolto de’ curiosi esemplari di pietra ostracitica. I guscj delle Ostriche vi si trovano orizzontalmente disposti l’uno sopra l’altro; la lunga età nè li calcinò, nè li petrificò. Essi conservano la lucentezza loro naturale, e si rompono in isquame laminose a un di presso come fanno quelli, che di fresco sono tratti dal mare. Non sono però que’ guscj spoglie d’abitanti delle nostre acque, che non producono Ostraciti così lunghe, e scannellate: ma sembrano abbandonati colà da quel rimoto Oceano, de’ di cui testacei formaronsi i vasti strati di pietra calcarea differentemente impastati, che compongono tuttora l’ossatura dell’Isole di Dalmazia, piccioli, e miserabili avanzi d’antiche terre squarciate da’ fiumi, corrose da’ sotterranei torrenti, scombussolate da’ tremuoti, capovolte da’ Vulcani, e finalmente allagate dal nuovo mare. Io ò dato a questo aggregato il nome di Pietra calcarea scissile, spatosa, alternativamente composta di trituramenti marini, e d’Ostraciti piane, scannellate, esotiche. Fra le fenditure degli strati, e nelle picciole caverne, che vi si trovano benespesso, è frequente cosa l’incontrare delle grosse incrostazioni, e gruppi di qualche mole. Queste rassomigliano identicamente al Marmo dolce, stalattitico, colorato, a fascie serpeggianti, cui gli scalpellini nostri conoscono sotto il nome d’Alabastro di Corfù. Sull’Isola di Selve non ebbi campo di fare osservazioni d’alcuna sorte; il vento, e la pioggia burrascosa, che mi vi avea spinto, m’impedì anche una breve escursione. È probabile, che le pietre non vi siano differenti da quelle d’Ulbo. Entrambe queste Isolette godono d’aria salubre; non ànno però acqua buona, e sentono troppo da ogni lato i venti, non avendo eminenze, che le difendano. Selve abbonda di popolo addetto alla navigazione, e di greggie.


§. 2.